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RESTAURO

LA CUCINA

 

 

2001. La cucina si presentava con l'acquaio a destra.

 

2014 Più o meno la stessa inquadratura...

     

La cucina era ben diversa da come appare oggi. La differenza più consistente riguarda la scala che dall'ingresso conduce in cucina e che, in origine, si presentava "a elle", con un muro in mattoni pieni alto circa un metro. Una volta entrati nella stanza, sulla destra vi era un lavandino di graniglia ed un piccolo piano di marmo. Con questo assetto la visuale, salendo la scala, era ostruita dal muro e vi era un ampio spazio non utilizzato, dato che doveva servire quale disimpegno di sbarco dalla scala stessa. Il primo intervento è consistito nella demolizione della suddetta muratura "a elle", fatta recuperando i mattoni vecchi, e nel raddrizzamento della scala: in modo da liberare la visuale del camino salendo e recuperando spazio. Al posto del lavello è stata costruita una cappa in muratura e creato lo spazio per il piano di cottura e per la stufa economica. Le foto di questa pagina mostrano la cucina subito dopo l'acquisto ed i primi lavori di demolizione.

 

 

Nella foto a destra si demolisce il muretto della scala. Sopra si è tolto il lavandino e si è demolita parte del muro sotto la finestra per fare spazio al lavandino in pietra.

     

Il muro "a elle" che delimitava la scala che dall'ingresso sale in cucina

 

Demolizione del muro "a elle" e apertura della vista verso l'ingresso

 

Il focolare si presentava più o meno integro, almeno nella sua struttura, ma presentava il piano molto rovinato, con parte delle pietre spaccate o mancanti; il muro di sinistra era crepato al punto da essere staccato dalla trave soprastante; all'interno della cappa, per ragioni di tiraggio, era stata costruita una sorta di contro-cappa. Così si  è demolita e ricostruita la muratura a supporto ed il basamento del focolare, che è stato poi ricostruito usando in  parte le pietre originali e ricorrendo, per la parte rotta, ad una lastra in pietra forte fatta scalpellare  a mano da un artigiano di Firenzuola, a lisca di pesce convergente al centro. A destra sono stati lasciati i fornelli a carbone che servivano per la cottura dei cibi.

Il pavimento era rovinato, concavo al centro della stanza, per cui è stato in parte demolito, con l’inserimento di rete elettrosaldata, ed è stato rifatto utilizzando sia pianelle vecchie originali che pianelle recuperate dalle altre stanze del primo piano (alcune donatemi dal vicino che mi ha permesso di demolire parte dei suoi solai, non di suo interesse), Non so quanto tempo abbiamo passato, Piero ed io, a cercare di togliere le pianelle senza spaccarle, a staccare lo strato di malta sottostante, a pulirle una per una con spazzola d’acciaio  ed acido muriatico.

 

 

Nella foto sopra il camino durante il restauro: è stato demolito il basamento, il muro di sinistra, parte del pavimento; al centro si noti la contro-cappa e, a sinistra, la porta che conduceva nella parte del casale rimasta al vicino. Nella foto a destra Guido che smonta le pianelle; il muro accanto alla porta era già stato stonacato assieme all'architrave.

 

Per quanto concernono le murature, queste sono state in parte stonacate, riportando alla luce tutti gli architravi in pietra serena delle porte e delle finestre e le “buche di Bartolo” soprastanti le porte stesse. Così vengono chiamate, disse il muratore, una sorta di “v” rovesciata, costituita da mattoni, che viene posta sopra l’architrave in pietra delle porte. Immagino che la scopo sia quello di alleggerire la pressione esercitata sugli architravi stessi.

Tra i particolari architettonici, oltre agli stipiti ed agli architravi delle porte in pietra serena, ho lasciato a vista due piccoli incavi nelle pareti che dovevano servire per riporre piccoli oggetti dell’uso quotidiano, come i fiammiferi per accendere il fuoco. Del pari ho riportato alla luce un’apertura, passante tra cucina e disimpegno del salone, tagliata in diagonale e chiusa sulla parte superiore da una mezza pianella di cotto. Sembra una “buca pontaia” (gli spazi, cioè, dove venivano infisse travi da cantiere man mano che si saliva con la costruzione) ma mi sembra in posizione troppo bassa. Con una candela al suo interno rende molto romantico l’angolo della cucina più prossimo al focolare...

 

Nella foto a sinistra la porta che dalla cucina porta al salone, con l'intonaco rifatto lasciando a vista i particolari architettonici più interessanti. Nella foto sopra, la chiusura del varco che portava alla porzione rimasta al vicino.

 

Venendo al lato cucina vero e proprio della stanza, questo è stato realizzato dove prima sbarcava la scala "a elle", con la ripulitura di una trave antica che corre da un lato all’altro della cucina (facendo presupporre la presenza, un tempo,  di un soppalco in legno o di un cannicciato) e con la costruzione ex novo, ma in stile e con materiali vecchi, di una  cucina in muratura con la cappa, il piano di lavoro, lo spazio per cassettiera, lavastoviglie e frigorifero. Il lavandino, in pietra serena, è stato acquistato da un rigattiere di Pistoia ed è stato collocato davanti alla finestra, obbligando a montare un rubinetto snodato (posizione scenografica ma, invero, poco comoda...).

Le travi usate per la cappa provengono da una vecchia capanna agricola adiacente alla fornace, diruta, con la quale furono cotti i mattoni usati per la costruzione della Abbazia del Buonsollazzo, in Comune di Borgo San Lorenzo. Mi piacerebbe pensarle dell'età dell'abbazia, X secolo, ma immagino siano ben successive seppure molto vecchie. Il piano di lavoro è stato realizzato alternando pianelle di cotto e le mattonelle bianche e azzurre, strutturate, impiegate anche per il rivestimento della muratura soprastante il piano di cottura; la cassettiera è stata realizzata, con legno di castagno vecchio, da un carissimo falegname di Rufina; l'acquaio, antico, in pietra serena, è stato acquistato da un rigattiere di Pistoia e collocato sotto la finestra, in parte appoggiato sulla profonda muratura, obbligando a montare un rubinetto snodato (posizione scenografica ma, invero, poco comoda...).  Il piano cottura, infine, è stato realizzato abbinando un normale elettrodomestico a gas ad una cucina economica da impiegare per cucinare e per scaldare l’ampia volumetria della cucina (che ha un’altezza massima di oltre  sei metri).

Il riscaldamento della stanza, grande e soprattutto molto alta, è affidato ad camino, alla cucina economica e ad un radiatore in ghisa, a ben quattro colonne, che è stato collocato “a bandiera” di fianco al muretto che delimita la scala che scende in ingresso.

 

Stonacatura del muro e fissaggio delle travi per la cappa.

La trave che un tempo, probabilmente, reggeva una sorta di soppalco.

 

Costruzione della cappa.

Costruzione della struttura per il frigorifero ed il piano.

 

Qui di seguito alcune foto scattate nel 2014, con la cucina sostanzialmente finita! Per l'arredamento le scelte fatte sono state tutte nell'ottica del riciclo: con la credenza della "nonna Dina" colorata di bianco e blu, il grande tavolo e la piattaia chiusa  regali di Donella, panche e sedie raccolte nel tempo, appendi rami regalo di Renzino, la madia regalo del vecchio Dumas, la panchetta sotto la cappa fatta da me con vecchie pianelle di recupero.

Scelte semplici che, a mio modo di vedere, danno un sapore genuino e caldo alla cucina, ricordando amici e vecchi parenti...