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Il bagno del piano superiore è stato realizzato nel vecchio fienile, sottraendogli una decina di metri quadrati, necessari a costruire anche l’antibagno e il disimpegno di accesso. Il primo problema che si è incontrato è stata la presenza, nel pavimento in angolo, di un foro di circa un metro quadrato, di collegamento con la ex stalla sottostante. L’uso che, un tempo, veniva fatto di tale apertura era sicuramente quello di buttare il fieno direttamente nella stalla, senza dover fare il giro dall’esterno. Il foro è stato chiuso per mezzo di una putrella in ferro e di una gettata ma, sbagliando, non si è ricostruita la voltina sottostante, rovinata da tale apertura. Già che ci s’era, si è anche considerato che la creazione del bagno, con i muri, avrebbe portato ad un aumento dei pesi sul pavimento, caratterizzato da elementi elastici costituiti da putrelle di ferro poste tra le voltine di cotto. Così, nonostante fosse in ottime condizioni, si è smontato il pavimento ed il solaio della parte del salone volta ad ospitare i nuovi ambienti e si è inserita un’armatura costituita da tondini di ferro e rete, saldati e legati uno ad uno e posti molto ravvicinati. Il delicato lavoro venne fatto dal cugino Vittorio, noto mugellano “virtuoso della saldatrice”. Forse esagerando un poco si pose anche, al piano sottostante, una putrella in ferro a sostegno delle voltine, celata poi da una muratura di divisione degli spazi interni. Una volta fatta la gettata di cemento (Guido manovale) e risistemato il pavimento, credo si sia riusciti nell’intento di rafforzare il solaio, più per sicurezza che per reali esigenze. Il pavimento è stato, poi, trattato appositamente per renderlo idoneo ad un ambiente umido come è il bagno. |
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Il cugino Vittorio ed il muratore dispongono e saldano la rete. |
Vittorio salda la rete alla putrella di ferro. |
La rete elettrosaldata, fissata anche sotto il muro, è pronta per la gettata. |
Guido porta le carrette colme di cemento, che il muratore distende. |
Avendo voluto creare un antibagno, nel quale è ospitata la lavatrice, si è pensato di abbassare il soffitto creando un soppalco da poter utilizzare quale ripostiglio con accesso o da una scala retrattile o, un domani, da un soppalco-biblioteca che vorrei realizzare nel salone. Ad oggi questo soppalco, che si estende su disimpegno e antibagno, è aperto sul bagno e termina con una sorta di tetto toscano con tanto di correnti e grondaia. Appena possibile l’idea è di chiudere tale apertura lasciando una sorta di finestra da rifinire con un’antica inferriata ed un trompe l’oeil raffigurante un paesaggio collinare. Per quanto riguarda l’aerazione, avendo creato ex novo la stanza, questa risultava priva di finestra, per cui si è scelto di crearne una a tetto (marca Velux con comando elettrico e sensori per la pioggia) dalla quale entra una gran bella luce. Per la disposizione degli interni è stato creato un muretto, con pietra serena a rifinirlo, che separa il lavandino dagli altri sanitari. Dovendo scegliere tra vasca e doccia, è stato deciso di creare un’ampia cabina doccia, rettangolare, senza piatto doccia prefabbricato ma posata direttamente in opera usando le piastrelle del rivestimento. Tale doccia è stata collocata nella parte in fondo, chiusa con un cristallo fisso ed un’anta, ed è dotata di seduta con una soprastante cascata d’acqua... per un po’ di relax. I sanitari, infine, sono stati scelti di tipo molto classico, di colore bianco, mentre i rivestimenti sono costituiti da piastrelle in ceramica strutturata, 10 x 10, di colore blu acceso per la parte bassa ed i torelli e di colore bianco per la parte superiore, fino a metri 1,10 da terra. L’illuminazione è affidata a faretti in ceramica bianca e blu, della grande distribuzione ma dipinti a mano, mentre ad riscaldamento pensa uno scalda salviette di colore bianco.
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