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Le nostre campagne, come quelle liguri, sono punteggiate da muretti a secco, fatti cioè senza legante, che delimitano confini e che soprattutto sorreggono quei bellissimi terrazzamenti (le fasce liguri) che caratterizzano i poderi di collina e di montagna. I nostri “nonni” sapevamo costruire con maestria questi muretti che, con la dovuta manutenzione, duravano secoli; il venir meno delle cure periodiche ha comportato oggi lo smottamento di molte di queste opere murarie, mentre la successione delle generazioni, oltre che il concetto diverso del valore del lavoro, ha reso molto difficile la prosecuzione di quelle lodevoli pratiche agresti. A Pian di Casi il terreno è abbastanza pianeggiante, tranne quello coperto dal bosco, ma vicino alla casa vi sono dei dislivelli dovuti alla conformazione del terreno e, immagino, a lavori di movimento terra fatti negli anni. Così sul retro, davanti alla scala che conduce al primo piano, c’era una piccola scarpata ad unire due piani di campagna posti ad altezze sfalsate di circa cm 80, che rendeva difficile il taglio dell’erba e che non era né esteticamente bella né staticamente sicura. A Giugno 2014, con i due Pieri, abbiamo costruito il nostro primo muretto a secco, avendo ceduto alla tentazione di usare un po’ di cemento solo per fissare il corrugato per l’impianto di illuminazione e le pietre sommitali sulle quali potersi sedere; per il resto... solo sassi! Abbiamo iniziato delimitando l'area interessata col filo verde tenuto da picchetti; quindi, con zappa e piccone, abbiamo livellato il terreno e creato un piccolo solco inclinato verso l’interno ed... iniziato a deporre le pietre più grosse alla base. Nel tempo avevamo accumulato un bel mucchio di sassi che abbiamo portato nel nostro "cantiere" con la mitica Uaz, risparmiando parecchia fatica rispetto alla carriola; così mentre il Piero-genovese tirava su il muro, io ed il Piero-fiorentino abbiamo portato le pietre e preparato quel po’ di cemento indispensabile. A metà altezza, raggiunta pietra su pietra sempre cercando di scegliere come in un puzzle quelle più adatte a legarsi fra loro mantenendo il piano, abbiamo affogato nel cemento un corrugato ed abbiamo fissato tre scatole di plastica destinate ad accogliere altrettanti punti luce (acquistati da Obi ad € 17,99 l’uno). Poi, una volta raggiunta l'altezza voluta, rispettando il livello del piano di campagna superiore, abbiamo collocato, anche in questo caso usando un po’ di cemento, le poche pietre piatte che avevamo, senza pretendere una perfetta omogeneità delle varie altezze ma accettando la rusticità del risultato. Dietro abbiamo riempito e livellato con la terra che avevamo accumulato dal piccolo scavo iniziale. In tre giorni di lavoro (praticamente massacrante, oltre le 14 ore consecutive) abbiamo finito il tutto, avendo ottenuto un gradevole effetto estetico, una struttura a retta del terreno superiore, la possibilità di rasare comodamente i due livelli di prato... nel rispetto di come si faceva un tempo e del regolamento edilizio del Comune di Pontassieve! Grazie Pieri... |
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Così di presentava il terreno prima dei lavori; i picchetti tengono la lenza. |
Con zappa e piccone si è fatto un piccolo scavo che delimiterà il muretto. |
Per maggiore stabilità si piantano e si legano tondini di ferro a mo' di base. |
Sistemati i ferri, con la mitica Uaz si portano le pietre. |
I "Pieri" scelgono le pietre... |
... Guido prepara la malta cementizia per il corrugato per i cavi elettrici. |
Con livella e un po' di cemento si fissano le scatole per i faretti. |
Fissato il corrugato, si affronta la curva e si aumenta l'altezza. |
Il muro cresce... |
... e si allarga in spessore! |
Lo spessore della curva supera il metro. |
Veduta del cantiere in fase finale. Manca la rifinitura del piano. |
Il muretto finito. |
Restano solo da montare i faretti! |